L’AUTOCONTROLLO
Il termine autocontrollo viene riferito al monitoraggio della glicemia capillare con degli appositi strumenti portatili (reflettometri) e all’interpretazione dei risultati.
L’autocontrollo è un vero e proprio strumento terapeutico che apporta diversi benefici all’educazione e al trattamento del diabete, rappresentando:
- un mezzo per educare alla gestione del diabete (la partecipazione attiva ed efficace dei soggetti diabetici al controllo e al trattamento della malattia è una componente importante per una buona assistenza al diabete).
- uno strumento per ottenere un feedback oggettivo circa l’impatto sui livelli glicemici delle abitudini quotidiane, delle situazioni particolari (episodi acuti, malattie intercorrenti, assunzione di farmaci in grado di influenzare la glicemia) e quindi per promuovere l’autogestione e conferire la possibilità di effettuare le modifiche necessarie stabilendo i livelli glicemici da raggiungere e mantenere.
- un supporto per il medico per fornire consigli su misura e valutarne l’efficacia.
- un mezzo per ridurre il rischio di complicanze, permettendo di raggiungere e monitorare gli obiettivi glicemici. Inoltre per riconoscere e gestire le ipoglicemie.
In base ai dati della letteratura e alle linee guida delle Società Scientifiche, le indicazioni e le modalità dell’autocontrollo della glicemia variano in relazione al TIPO DI DIABETE e di TERAPIA IPOGLICEMIZZANTE IN ATTO. I protocolli di utilizzo (intensità e frequenza) devono essere personalizzati sulla base delle singole esigenze educative/cliniche/comportamentali del paziente.
Nel DIABETE DI TIPO 1 che è caratterizzato da glicemie spesso molto variabili nell’arco della giornata l’automonitoraggio è indispensabile. il controllo della glicemia prima di ogni pasto è spesso necessario per decidere la dose di insulina da praticare in base alla glicemia ed al tipo di pasto previsto. Inoltre l’autocontrollo permette in questi pazienti di adeguare la dose di insulina in rapporto all’attività fisica e di ridurre il rischio di ipoglicemia.
Nelle persone con DIABETE DI TIPO 2 trattate con terapia insulinica è necessario monitorare la glicemia in diversi momenti della giornata per verificare il raggiungimento degli obiettivi glicemici programmati e per rilevare e/o prevenire le ipoglicemie. La frequenza e l’orario degli stick possono variare in rapporto agli obiettivi del singolo paziente, ma nella maggior parte dei casi il numero di glicemie necessarie è in rapporto al numero di somministrazioni giornaliere di insulina.
Per le persone con DIABETE DI TIPO 2 trattate con ipoglicemizzanti orali segretagoghi l’autocontrollo è consigliato per verificare il raggiungimento degli obiettivi glicemici programmati e per rilevare e/o prevenire le ipoglicemie. Il numero di controlli giornaliero è in genere più elevato all’inizio della terapia o in occasione delle variazioni terapeutiche e tende a diminuire nel tempo con il raggiungimento del compenso desiderato e la stabilizzazione dei valori glicemici.
Il ruolo e l’efficacia dell’autocontrollo domiciliare della glicemia nelle persone con DIABETE DI TIPO 2 trattati sola con dieta e/o con farmaci insulino-sensibilizzanti e/o incretinomimetici, non sono riconosciuti, per cui non indicati, se non in casi selezionati (es scompenso glicemico e/o all’esordio per indirizzare verso la corretta terapia).
L’automonitoraggio è indicato anche nel DIABETE GESTAZIONALE per valutare se inserire la terapia insulinica e poi successivamente per monitorare le glicemie al fine di ottimizzare la terapia.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di profili glicemici.
Ciò permette di identificare l’andamento giornaliero della glicemia ed aiuta il medico nell’eventuale correzione della terapia. Il numero di controlli giornaliero è in genere più elevato all’inizio della terapia o in occasione delle variazioni terapeutiche e tende a diminuire nel tempo con il raggiungimento del compenso desiderato e la stabilizzazione dei valori glicemici.
Per i diabetici in trattamento insulinico intensivo, quelli in trattamento con microinfusore e per le donne in gravidanza è consigliabile il monitoraggio dei chetoni su sangue capillare o nelle urine.